Heartbreak High, seconda stagione (2024), recensione: un inno alla diversità

Settembre 2022. Apro Netflix per noia, senza un’idea concreta su cosa guardare, e mi ritrovo nei consigliati una nuova serie dal titolo Heartbreak High. Non l’ho mai sentita e non riconosco nessun attore, quindi faccio qualche ricerca. Sembra trattarsi della classica serie teen contemporanea, tanti personaggi, tante sessualità e identità di genere, dunque, spinta dal mio amore per i prodotti teen mediocri, mi dico “perché no?”, convinta che mi sarei trovata davanti l’ennesima serie carina, ma sostanzialmente dimenticabile. Avevo torto.

Ed eccomi qui, un anno e mezzo più tardi, dopo aver sviluppato un’ossessione malsana nei confronti della prima stagione di Heartbreak High e dei suoi personaggi, a recensire la seconda stagione, rilasciata internazionalmente su Netflix l’11 aprile 2024.

Questa seconda stagione della serie australiana si apre con la scuola in fiamme e per un attimo mi sono impanicata credendo di aver dimenticato il finale della stagione precedente. E invece, scherzone!, è semplicemente un flash forward e la vera storia comincia due mesi prima, con l’inizio del nuovo trimestre. Amerie e Harper hanno fatto pace e Amerie si è ripromessa di concentrarsi sul benessere della migliore amica e di mettere in secondo piano l’amore, ma il suo rapporto con Malakai è ancora ambiguo. Malakai, dal canto suo, è alle prese con il suo bisexual awakening e non sa bene come gestire la situazione. Ritroviamo anche tutti i personaggi che abbiamo imparato a conoscere e amare (o odiare, ovviamente) nella prima stagione: Darren, Quinni, Ca$h, Spider, Missy, Sasha, Ant e molti altri – fatta eccezione per Dusty, che si è trasferito in un’altra scuola –, oltre ad alcune new entry, tra cui Rowan e il professor Voss.

Oltre alle trame e sottotrame da classico teen drama, anche in questa season 2 non manca la componente mystery. Se nella prima stagione Amerie doveva scoprire cosa fosse successo quella fatidica notte ad Harper, nella seconda lei e i suoi amici dovranno vedersela con il cosiddetto “psicopatico dell’uccello”, una persona anonima che li sta minacciando facendo trovare loro uccelli morti e biglietti intimidatori. Anche in questa stagione, la componente mystery è interessante, ma non eccellente. Non è, infatti, particolarmente difficile identificare lə colpevole; tuttavia, le motivazioni dietro alle sue azioni sono molto sopra le righe in classico stile Heartbreak High e risollevano il tutto.

Il punto forte della serie rimane la diversità, che non risulta mai forzata o “politicamente corretta”. I protagonisti di Heartbreak High sono bianchi, neri, indigeni, asiatici, eterosessuali, bisessuali, omosessuali, asessuali, non binari, neurodivergenti, eppure mai una volta ho pensato che le loro identità fossero una forzatura. I ragazzi protagonisti sono reali nei loro pregi e nei loro difetti e la serie è eccezionale nel farteli apprezzare anche quando, ammettiamolo, fanno stronzate. È estremamente complicato scrivere personaggi imperfetti e far compiere loro scelte discutibili senza che risultino detestabili agli occhi degli spettatori, eppure Heartbreak High 2 centra in pieno il bersaglio.

Da un certo punto di vista, potremmo considerare Heartbreak High una serie “sorella” di Sex Education, per via delle tematiche trattate. Mi sento di dire, tuttavia, che tra le due non c’è assolutamente paragone, soprattutto dopo che la seconda ha avuto una stagione finale così deludente. In primis, personalmente parlando, Sex Education non è quasi mai riuscita a farmi apprezzare i personaggi nonostante i loro difetti – lo ammetto, sono davvero pochi quelli che sopportavo a fine quarta stagione – e inoltre ha un modo didascalico di raccontare la diversità che non regge il confronto con la genuinità di Heartbreak High. Se in Sex Education ho avuto la sensazione che alcuni personaggi fossero stati inseriti esclusivamente perché una determinata identità non era ancora stata esplorata, Heartbreak High ha invece creato un microcosmo realistico di adolescenti tutti diversi tra loro che, nonostante le loro follie, mi hanno fatto più volte esclamare “io conosco una persona così!”.

Prima di concludere, aggiungo una piccola allerta spoiler per parlare più nei dettagli di alcune scene della seconda stagione. Continuate a vostro rischio e pericolo!

Bene signore e signori, è il momento di assegnare qualche premio.

Il premio “momento più cringe” va senza dubbio alla scena del trip con i funghetti. Bella l’idea di farci vedere la vicenda dagli occhi di Quinni che, finalmente, ha capito cosa si prova a sentirsi quella “normale” in mezzo alle altre persone, invece di essere sempre considerata quella strana a causa della sua neurodivergenza. Ma la scena in sé è stata a dir poco fastidiosa da guardare e mi ha causato un second-hand embarrassment spaventoso.

Il premio “mai-una-gioia” va, ancora una volta, a Malakai e Amerie. Questi due poveracci hanno sofferto più di Gesù Cristo e la serie sembra non voler dare loro una tregua. Come se non bastasse, la stagione si conclude con Malakai che se ne va lasciando una lettera che finisce bruciata nell’incendio prima che Amerie possa trovarla e leggerla. Se non mi confermano immediatamente la terza stagione e non risolvono il casino creato con una scena à la “Diana, quale lettera?” di Chiamatemi Anna, prenderò il primo volo per l’Australia per fare una chiacchierata faccia a faccia con i creatori.

Il premio “personaggio più relatable” lo vince a mani basse Ca$h. Non riesco a spiegarvi quanto sia gratificante avere finalmente una vera rappresentazione asessuale in un prodotto televisivo. L’asessualità è forse l’orientamento di genere più sconosciuto alle grandi masse e, per questo, quasi mai trattato anche nei prodotti più inclusivi. Nonostante i passi avanti degli ultimi anni – anche Heartstopper, Sex Education e altre serie hanno qualche personaggio apertamente asessuale – l’asessualità è ancora difficilmente riconosciuta e rappresentata. Ca$h è il personaggio fittizio che più si avvicina a quello che sento di essere e i discorsi sulla sua sessualità (in particolare il dialogo con sua nonna nell’ultimo episodio) mi hanno fatta sentire compresa e accettata. Indubbiamente la migliore rappresentazione asessuale che io abbia mai visto finora. Douglas “Ca$h” Piggott, grazie di esistere.

Il premio “coppia più inaspettata” lo vincono, ovviamente, Missy e Spider. Inaspettati ma, assurdamente sensati? A inizio stagione non ci volevo credere, soprattutto perché Spider non sembrava dare alcun segno di miglioramento, eppure mi sono presto ricreduta. La serie eccelle nel mostrare Spider come un incel odioso, riuscendo a mostrarci le motivazioni di alcuni suoi comportamenti senza giustificarlo. Inizia a starci leggermente più simpatico solo dopo aver iniziato un percorso di miglioramento e aver raggiunto diversi traguardi di auto-consapevolezza. Spider si è sentito giudicato per tutta la vita e aveva bisogno esattamente di una persona come Missy. La caratteristica principale di Missy è la sua capacità di riconoscere le sofferenze degli altri e di trattarli con gentilezza di conseguenza. Nonostante Missy sia la prima a giudicare Spider e a rispondergli a tono quando dice cavolate, soprattutto davanti agli altri, è anche l’unica che gli ha offerto conforto, che l’ha ascoltato e che gli ha insegnato ad ascoltare a sua volta.

Il premio “personaggio più odioso” va senza indugi al professor Voss. Non credo di dover argomentare. (Ma anche Sasha non scherza.)

Infine, ultimo ma non meno importante, il premio “????????” va a Rowan. Il bro è passato dal sembrare un ragazzo adorabile a essere un pazzo psicopatico che ha escogitato un piano di dieci anni per vendicarsi di un torto recatogli da una bambina. E in più parla con il fratello morto. Tesoro, una bella seduta dallo psicologo dopo questa stagione non te la toglie nessuno. (Eppure, proprio per questo sono curiosa di sapere come si evolverà il personaggio in un’ipotetica terza stagione).

Mi sono già dilungata troppo e la verità è che un semplice articolo non basterà mai a esprimere a pieno il mio amore verso questa serie. Tutto quello che posso dire per concludere è, ancora una volta: correte a vederla, non ve ne pentirete.

-Tiziana

P.S.: Clicca qui se sei curiosə di sapere cosa c’era scritto nella lettera di Malakai.


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