#Venezia80 – La paura fa 80: come i vampiri hanno infestato la Mostra del Cinema di Venezia

Quest’anno, all’80ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Halloween è arrivato in anticipo, grazie alla presenza nella selezione ufficiale di ben quattro pellicole sui nostri carissimi amici dai canini appuntiti, i vampiri. Se pensavate che i simpatici succhia sangue fossero passati di moda una volta conclusa e archiviata la saga di Twilight, vi sbagliavate di grosso. Seppure non sia più frequente come lo era quindici anni fa trovare il vampiro come interesse amoroso nei romanzi e nei film di genere paranormal romance, quest’ultimo ha iniziato a infestare una vasta gamma di generi, provando di essere immortale anche al cinema.

Il 2023 per Venezia è stato senza dubbio l’anno del vampiro, inaugurato già il 31 agosto, secondo giorno di Mostra, con un film in concorso: il black comedy horror cileno El Conde, diretto da Pablo Larraín e distribuito da Netflix il 15 settembre dello stesso anno. Dimenticate i vampiri sexy e tenebrosi che brillano al sole e vi guardano mentre dormite, in El Conde il vampiro protagonista non è altro che il dittatore cileno Augusto Pinochet in persona. Nella versione della storia secondo Larraín, Augusto Pinochet prima non era altro che un soldato francese fuggito dal suo Paese dopo l’esecuzione di Maria Antonietta. Con una nuova identità, si trasferisce in Cile, dove riesce diventare dittatore, ma dopo 250 anni di vita, Pinochet sembra aver perso la sua voglia di vivere. El Conde è un’esperienza cinematografica unica, un film in bianco e nero che accosta l’horror vampiresco ai reali orrori della dittatura. Nonostante sia godibile da tutti, chi ha una certa famigliarità con la figura di Pinochet e con la politica in generale saprà certamente apprezzare al meglio la pellicola (e apprezzerà soprattutto la famosa rivelazione del film su cui non entrerò nei dettagli per non fare spoiler, ma fidatevi che ne vale la pena).

La politica fa da sfondo, seppur in misura nettamente inferiore, anche al prossimo film vampiresco della Mostra, presentato in concorso per la Settimana Internazionale della Critica. Mi riferisco a Le Vourdalak, diretto dal francese Adrien Beau nel suo debutto cinematografico, che racconta le vicende di un giovane emissario del Re di Francia del XIX secolo che, dopo aver subito un’aggressione, è costretto a cercare rifugio nella casa di una famiglia di campagna. L’anziano capo famiglia, tuttavia, è assente da diversi giorni, e al suo ritorno non è più quello di una volta. Il film è tratto dalla novella La Famiglia del Vurdalak, dell’autore russo Aleksey Tolstoy (cugino del più noto Lev), celebre per aver introdotto nel folklore slavo la figura mitologica del vourdalak, una sorta di antenato-cugino russo del vampiro europeo. La pellicola ha un che di retrò e a primo impatto potrebbe tranquillamente sembrare un film degli anni ‘60, questo è dovuto a vari fattori, tra cui l’utilizzo del formato Super 16, la scelta (dettata dall’amore di Beau per film horror come Alien o La Mosca) di usare una marionetta per mettere in scena il vourdalak e le ambientazioni bizzarre e a tratti idilliache unite a una colonna sonora che si ispira alla musica tradizionale russa. Ma se voi, come me, siete persone semplici e avete bisogno di motivazioni diverse per apprezzare un film, sappiate che con Le Vourdalak riceverete in dono la visione celestiale di Vassili Schneider yassificato, con tanto di matita nera agli occhi, rossetto e vestitini carini. Prego.

Ma chi ha detto che i vampiri devono per forza essere dei vecchi bacucchi assetati di sangue? Perché non degli adolescenti depressi assetati di sangue, invece? La Francia non si fa mancare neanche quelli, presentandosi in concorso nella sezione Orizzonti con En Attendant la Nuit, un dramma adolescenziale diretto da Céline Rouzet sulle difficoltà dei giovani a trovare il loro posto nel mondo. Philemon ha una vita apparentemente normale, ma la sua natura di vampiro costringe la sua famiglia a trasferirsi frequentemente. A ogni trasloco, Philemon deve iniziare una nuova vita, cercando di trovare il giusto equilibrio tra socialità e discrezione per non far sì di non essere scoperto, le cose però si complicano quando il ragazzo si innamora della vicina di casa Camila. Apparentemente il classico film sui vampiri, En Attendant la Nuit sfrutta tuttavia l’elemento sovrannaturale per parlare di emarginazione e conformismo. La storia di Philemon è, infatti, ispirata all’adolescenza della regista stessa, che in questo film utilizza il vampiro come metafora della complessità interiore degli adolescenti, che si sentono soli e incompresi pur essendo circondati da altre persone, che vogliono a tutti i costi adeguarsi al gruppo pur mantenendo una propria individualità. E poi, ammettiamolo, il protagonista vampiro bello e dannato alla Edward Cullen non passa mai di moda.

Però a un certo punto immagino che sarete anche stufi di tutta questa drammaticità e forse avrete voglia di godervi una bella commedia vampiresca divertente e leggera. Non temete, perché il Canada è pronto ad arrivare in vostro soccorso con la teen-comedy Vampire Humaniste Cherche Suicidaire Consentant (che letteralmente significa “vampira umanista cerca persona suicida consenziente”), diretta da Ariane Louis-Seize e presentato in concorso per le Giornate degli Autori. Direi che il titolo già dice tutto, Vampire Humaniste narra la storia di Sasha, una giovane vampira che per tutta la sua vita è stata sfamata dai genitori, che le hanno sempre fatto trovare le sacche di sangue pronte da succhiare. Quando questi ultimi decidono che deve imparare a sopravvivere da sola, la obbligano a cacciare per sopravvivere, ma Sasha è sensibile e non vuole fare del male a nessuno. È proprio in questo contesto che incontra Paul, un giovane con tendenze suicide che si offre volontario come prima vittima di Sasha. Seppur tratti temi simili a quelli di En Attendant la Nuit, Vampire Humaniste sceglie la comicità come mezzo di espressione. D’altronde, la regista ha affermato di aver realizzato il film per esorcizzare la sua paura della morte, e quale modo migliore di allontanare la paura se non attraverso la comicità? Dinamico, divertente, commovente, insomma, che i teen movies sui vampiri ripartano da Ariane Louis-Seize!

E ora, signore e signori e signor* (versione family friendly di bitches and bros and non-binary hoes), si aprono le scommesse: dopo l’anno del vampiro, cosa ci toccherà l’anno prossimo? Lupi mannari? Angeli? Demoni? Fantasmi? Alieni? Zombi? A Barbera l’ardua sentenza.

-Tiziana

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